L’azione indegna e un’omertà che fa male
Lo scaffale di nonno Santi
Lord Jim, Joseph Conrad, Garzanti, 365 pagine, 9,50 euro
Pochi giorni fa ho ripreso in mano il romanzo di Conrad (consiglio anche il film di Richard Brooks con Peter O’Toole, girato giusto 50 anni fa), e non per caso. Non credo sia necessario ricordarne la trama (tra le edizioni che ho in libreria ho scelto la Garzanti per la bella e didascalica copertina), mi rifaccio alle sinossi dei risvolti: “è forse il personaggio più popolare di Conrad; la sua figura, segnata dal mistero, tormentata dal rimorso di un’azione indegna e ansiosa di riscatto, è prossima al nostro sentire di moderni per l’umana debolezza che dimostra nel momento della verità” e anche: “la verità e il giudizio umano, fra il coraggio e il dubbio, si alternano come onde di nebbia lungo tutto il romanzo”. L’ho ripreso il 31 maggio perché era il giorno in cui Clint Eastwood ha fatto 85 e Il Mattino di Padova ha intervistato un paio di fantasmi, compagni di scuola e di comitiva dello studente padovano morto finora in modo inspiegabile durante una gita scolastica a Milano. L’ho ripreso perché, che dio mi perdoni, ho pensato che ci vorrebbe un ispettore Callaghan, così poco politicamente corretto, per accelerare la ricerca di una verità da troppo tempo troppo nebbiosa (la sinossi dell’intervista ai fantasmi suona più o meno così: io non c’ero e se c’ero dormivo, e la loro sincerità ha lo spessore di una “velina”), tale da trasformare in tragico errore (come fu “l’azione indegna” di Lord Jim) la scelta del silenzio. Non so se viviamo in epoca tale da aver forgiato l’immediato tornaconto individuale come unico valore spendibile (quasi un mese di silenzio di un gruppo di sodali, al tempo della connessione continua, ha solo questo significato, nel gruppo, in gran parte inconsapevole, c’è qualcuno che vuol sfangarla in nome del prestigio garantito dal liceo), so che ai tempi di Conrad questo voleva dire un segno tormentoso e incancellabile. Non è che ai giorni nostri diventerà, tra non molto, solo la didascalia di un selfie?
L’azione indegna e un’omertà che fa male