Libera un Libro
Si chiama “Libera un Libro” ed è l’iniziativa di book crossing portata a Monza da Raffaella Martinetti e Francesca Pontani: regalare libri agli sconosciuti il 28 e 29 marzo abbandonandoli, o meglio liberandoli, in qualunque posto della città.
Intervistate da “Il Cittadino”:
«L’idea è nata per soddisfare quella sete di libri che, a dispetto di quanto si possa dire, c’è e si fa sentire anche tra i più giovani, ma anche per dare vita a una sorta di esperimento di socialità», spiega Martinetti. La regola è una sola: si sceglie un libro, lo si lascia in un punto ben visibile della città, una panchina, uno sportello bancomat, un bar, non prima però di averlo corredato di un bigliettino che spiega il motivo di questo gesto. «I monzesi sono diffidenti quindi è bene lasciare un biglietto con scritto “Libera un libro a Monza”, così che chi lo trova non pensi che il libro sia stato semplicemente dimenticato, ma capisca subito che si tratta di un libro liberato che può essere raccolto. Chi vuole può liberare anche la fantasia scrivendo una dedica alla persona che troverà il suo libro», spiega Raffaella Martinetti. Due giorni per una caccia al tesoro che, ne sono certe le ideatrici dell’iniziativa, incuriosirà e appassionerà molti. Per evitare che alcuni volumi rimangano abbandonati, meglio ricorrere a un selfie.
«Sarebbe bello che chi lascia un libro facesse una foto della copertina e del luogo dove viene liberato, e la postasse sulla pagina Facebook di Libera un libro a Monza, così che qualcuno possa andarlo a recuperare», continua Martinetti. Un altro suggerimento è quello di proteggere il libro liberato infilandolo in una busta trasparente, per preservarlo da eventuale maltempo. Un’idea aperta a tutti, anche ai bambini. Proprio loro sono invitati a lasciare un libro a loro scelta davanti alle scuole ma anche nei giardinetti o campi gioco, in quei luoghi dove maggiore è il passaggio di bambini o ragazzini. «Non ho ancora deciso quale libro libererò – conclude Raffaella Martinetti – ma penso che lo lascerò su una panchina del parco»