Una Milano a metà

Un’educazione milanese, Alberto Rollo, Manni, 317 pagine, 16 euro

 

Un libro a due velocità: la prima, bellissima, descrive l’infanzia e l’adolescenza del protagonista in cui mi ritrovo, la seconda, mi spiace, noiosa. Le prime 80 pagine sono davvero notevoli con quella Milano in grande sviluppo sociale, produttivo, edilizio. E poi la famiglia, col il padre orgoglioso di appartenente alla classe operaia, comunista tutto di un pezzo, con la sua idea di famiglia e di educazione molto rigida. La sua Guzzi, le visite domenicali ai parenti in tram, il ponte della ferrovia, il gasometro. Sono anche miei ricordi (tranne le idee del padre). Bei ricordi. Le seconde 200, troppo intimiste, autoriflessive. Ripeto: noiose. Poco coinvolgenti. Certo, sullo sfondo sempre Milano, la Milano degli anni ’70 con i gruppi extraparlamentari, le manifestazioni di piazza, le bombe. Ma più definita dai rapporti contorti con gli amici-compagni, dalle letture dei classici dell’800 e dai grandi autori dell’epoca, dai film del momento, grandi film. Specchio di una generazione di studenti piccolo borghesi che dicevano di voler fare la rivoluzione ma, si è visto dopo, volevano un buon posto al sole. In parte la mia storia, ma io già lavoravo e militavo in un modo più profondo. Per questo non mi ritrovo e ritrovo solo in parte quella Milano degli anni ’70.

 

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