Un sogno contro la Babele del nostro tempo
Le recensioni di GdA
Zygmunt Bauman, Ezio Mauro, Babel Editori Laterza 160 pagine 16 euro
Bauman lo conosciamo, una sorpresa è Ezio Mauro ex direttore di Repubblica. Sorpresa perché non mi aspettavo una sua così profonda riflessione sui problemi della società moderna. Lo sfondo è il teorema da tempo noto della società liquida di Bauman qui aggiornato nella considerazione del tempo sospeso tra il ‘non più’ e il ‘non ancora’ che lo rende indecifrabile. Analisi giuste, profonde, condivisibili. Soprattutto nella prima parte, poi si ripete. Il tema è quello esplorato da tanti sociologi, filosofi, pensatori, politologi da anni a questa parte e si fa sempre più stringente e affannoso: questa società così com’è non va, il capitalismo deve essere riformato, non c’è più una direzione, un’etica, una morale. La prevalenza del mercato, la finanziarizzazione dell’economia, la globalizzazione di stili di vita-consumi-cultura non reggono più. Si deve cambiare registro altrimenti prevarranno solo violenza e barbarie. Manca un sogno, una prospettiva. Giusto. Giusta l’analisi, giuste le preoccupazioni, giusto tutto. Mancano, come sempre, le soluzioni. Al quindi tutti questi pensatori, compresi Bauman e Mauro, si fermano. Nessuno pensa che si possa cambiare registro radicalmente, che ipotizzare (ma anche lavorare per) una società senza proprietà privata, senza capitale, senza lavoro, senza potere sia possibile. Si dà per scontato che l’uomo sia egoista, prevaricatore, cattivo. Nessuno vuole rendersi conto che siamo alla fine (che potrà anche essere un lunghissimo periodo, anzi è probabile) di una fase storica, un’era, (un po’ come la, lunga, fine dell’impero romano – ma qualcuno lo ha già detto prima di me) alla quale succederà qualcosa che ci sorprenderà. Anarchia? Forse. Comunismo? Più probabile se supererà con un grande volo teorico-pratico le esperienze – straordinarie all’inizio, tragiche alla fine – delle sue parziali realizzazioni nel ‘900. Un sogno? Certo, altrimenti perché vivere.
Un sogno contro la Babele del nostro tempo