Da non cambiare

Le recensioni di GdA

Costituzione italiana Einaudi 109 pagine 16,50 euro

Ha un anno più di me e come me si sente molto giovane. Ma c’è qualcuno, maniaco dei tweet, che la ritiene superata. E la vuole cambiare, in peggio. E mi sa che ce la farà. A lui non piacciono più parole come lavoro, diritti, dignità, uguaglianza, cultura, pace. Preferisce termini come corvèe, privilegio, umiliazione, fiction, guerra. Ma non in modo esplicito. Usa espressioni melliflue come: tutele crescenti e missione di pace. C’è chi, e non a torto, chiama tutto questo democrazia autoritaria. Un ossimoro che sta diventando una realtà. E chi si oppone è un vecchio, ancorato a idee del passato, un inveterato nostalgico. Basta una lettura anche affrettata della Carta per scoprire un mondo che sembra fantascienza confrontato con il nostro presente. Pensate, all’articolo 36 si legge che “Il lavoratore ha diritto a una retribuzione proporzionale alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un’esistenza libera e dignitosa”. In quattro righe sono contenuti concetti che paiono davvero un romanzo di Giulio Verne. Basta un esempio: Sergio Marchionne, il numero uno di Fiat- Chrysler, guadagna come 6400 suoi operai. Cosa c’entra tutto ciò con parole come diritto, proporzionale, sufficiente, libera, dignitosa? E questo adesso. Pensate a cosa succederà quando la Costituzione sarà riformata del tutto. Auguri alle nuove generazioni.

 

 

Da non cambiare

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