Io sto con Erri

Le recensioni di GdA

 

La parola contraria, Erri De Luca, Feltrinelli 62 pagine 4 euro

 

Dire che è attuale è pleonastico – lo sterminio della redazione di Charlie Hebdo con il fiume di parole attorno alla libertà d’espressione è di questi giorni – ma ovviamente casuale. Il 28 gennaio prossimo l’autore di questo libello, uno dei più importanti scrittori italiani di oggi, andrà a processo per istigazione a delinquere. Nel 2013 ha infatti sostenuto, in due interviste alla stampa, che la Tav, la linea ad alta velocità che vuole collegare Torino a Lione, va sabotata. Perché inutile, nociva e costosa. Ma i giudici dovranno dimostrare che tra parole e azione ci sia stata una immediata successione di eventi. Altrimenti il reato non sussiste. De Luca disserta, con argomenti e citazioni dotte e convincenti, sulle parole istigazione e sabotaggio. Alla prima associa gli scritti di Pasolini, Salman Ruhdie, George Orwell, Johann Wolfang Goete, la strofa “aux armes les citoyens” della Marsigliese. Alla seconda, l’ostruzionismo parlamentare, il soldato che esegue male un ordine, ogni atto di negligenza, uno sciopero improvviso. Parole che per i pubblici ministeri hanno un solo significato ma non nella lingua italiana. “Accolgo di buon grado una condanna penale, non una riduzione di vocabolario”, chiosa sarcastico l’autore. E’ dagli anni Settanta con Pasolini e Dario Fo e prima ancora con Braibanti che in Italia non si manda a processo un intellettuale per ciò che ha detto e scritto. Un brutto segno. Segno che “La parola contraria”, bellissimo titolo, fa ancora e sempre male. Al potere

 

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