Orgoglio femminista

Le recensioni di GdA

Dovremmo essere tutti femministi, Chimamanda Ngozi Adiche , Einaudi 44 pagine 9 euro

Un libro in apparenza semplice. Infatti ci sono tanti episodi di semplice misoginia, naturale avversione per le donne, per i loro comportamenti e quelli degli uomini nei loro confronti. Scritti con parole semplici, piane. C’è aria di banalità in questo libro. Ma è solo apparenza. I fatti descritti, le parole espresse sono invece profondi. Di banale c’è il conformismo dei comportamenti, delle parole dette, degli episodi narrati, degli stereotipi. Ma le discriminazioni, verbali e fisiche, verso le donne – a volte ridicole, a volte assurde – sono vere. Sono quelle di tutti i giorni. Per questo sono più feroci, più cattive. Sono cose a cui non ci si fa caso. Luoghi comuni. E il fatto che il libro parla di episodi svoltisi in Nigeria, l’autrice è nigeriana ma ha studiato negli States, non vuol dire nulla: da noi, in Occidente, i comportamenti, le idee, le parole, sono gli stessi. Ngozi è orgogliosa di essere chiamata femminista, di essere tacciata come femminista. Una definizione, e condizione, difficile da sbandierare in Nigeria. Adesso, con Boko haram alle porte, ancora di più.

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