Il libro dei libri
Le recensioni di GdA
Libro,Gian Arturo Ferrari, Bollati Boringhieri, 215 pagine, 10 euro
Impossibile non leggerlo per qualunque persona si interessi ai libri, in qualsiasi forma: addetti al settore ma anche lettori. Il libro è sviscerato in ogni suo aspetto: tecnico, storico, industriale, editoriale. In modo approfondito ma semplice, colto ma di facile approccio. L’autore, già direttore generale della divisione libri della Mondadori (dove è recentemente tornato), uno dei pochi veri esperti di questo particolare prodotto-icona-arte- sogno, dimostra non solo una grande passione per questo oggetto, ma anche una enorme competenza. Di ogni aspetto lo riguardi. Ma con un certo distacco, da manager culturale e acculturato qual è. Perché, come più volte da lui affermato (anche in una recente intervista su Il Fatto) il libro è certo quell’oggetto con il quale si sono cimentati Dante, Shakespeare, Tolstoj, ma è anche “Mo je faccio er cucchiaio” di Totti e pure “La mia prigione” di Fabrizio Corona. Insomma, per Ferrari ogni libro ha la sua dignità e funzione. Certo Saramago o Vassalli o Gadda hanno una qualità diversa, superiore a quella di Del Piero o di Veltroni. Ma il punto è un altro: tutti scrivono per vendere, anche quelli che dicono che lo fanno solo per esprimere i loro pensieri, i loro sentimenti, le loro idee. Quelli che hanno il nasino all’insù. Soprattutto in questa nostra società delle merci. E non c’è niente di male se pensate che Dostoevskij scriveva per poter frequentare i tavoli da gioco e lo stesso Manzoni andò quasi in malora per pubblicare i Promessi Sposi. Insomma il libro è un oggetto sì particolare: è impegno, è arte, arricchisce l’anima. Ma è anche un prodotto: da vendere. E poi, soprattutto dall’800 in poi, è parte di una industria complessa. In crisi, ma ancora viva. Il punto poi è: che ne sarà di lui con l’avvento del digitale, dell’e-book e di chissà quali diavolerie ci riserva il futuro. Vedremo. Intanto leggiamo.
Il libro dei libri