La crisi dei quotidiani in Italia
Cosa sta succedendo ai quotidiani italiani? Ormai da anni il numero delle copie cartacee sta calando e quello delle copie digitali non solo non compensa economicamente i mancati ricavi del cartaceo ma non copre nemmeno numericamente le copie perse.
Interessante l’analisi pubblicata sull’ultimo numero cartaceo di ‘New Tabloid’, il trimestrale dell’Odg di Lombardia, che riporta i dati aggiornati del mercato.
Se le percentuali mostrano che il mondo sta andando sul digitale (-21% la carta e +141% il digitale nei due anni 2013-14) i valori assoluti mostrano più chiaramente la situazione: i quotidiani cartacei hanno perso 800.000 copie e quelle digitali sono cresciute di 300.000. Un saldo negativo di 500.000 copie che mostra chiaramente che i lettori (forse anche per la crisi economica in atto) stanno abbandonando i quotidiani e cercano le notizie su altri media (social network in primis).
E ad appesantire ulteriormente i conti economici degli editori sono le rese che vedono crescere l’incidenza percentuale (dal 27 al 31%) a dimostrazione di scarsa capacità di controllo della filiera distributiva (in Francia le rese sono al 14%)
Tutto questo ha un forte impatto negativo sul mondo degli stampatori che vedono ridurre sia i volumi di stampa che i prezzi (questo anche a causa del dumping da loro stessi attuato per cercare di coprire i fermi macchina) e che in tre anni sono stati costretti a chiudere 26 stabilimenti e 40 rotative di stampa in Italia.