I 10 migliori autori italiani autopubblicati secondo WIRED

macchina da scrivere

Tempo fa Wired.it si era imbarcato in una “mission impossible“: scovare i 10 migliori autori italiani autopubblicati attraverso il self publishing. Li abbiamo individuati. Probabilmente, non sono i migliori in assoluto. Sicuramente ce ne sono altri ugualmente validi. Probabilmente in questo stesso istante in cui uno scalcinato redattore di Wired.it sta scrivendo questo articolo, un autore sconosciuto, di grande talento, che segnerà il domani delle italiche lettere, ha appena caricato il suo libro su una qualche piattaforma di self publishing. E noi ce lo siamo perso.

È dura fare classifiche, dare il senso della storia quando si vive in tempo reale e la creatività è un flusso continuo che viaggia insieme ai byte. Questa classifica comunque un passo un più lo ha compiuto rispetto al mare magnum della narrativa online: ha tentato una selezione. E nel selezionare ci siamo fatti un’idea di quali siano le caratteristiche ricorrenti della narrativa italiana digitale. Si predilige il romanzo di genere, più che quello di formazione, e tra i generi che vanno forte ci sono il fantasy e la fantascienza; non di rado si vira verso il macabro e l’assurdo. Siamo lontani da certa letteratura basata sul monologo confidenziale tra autore e lettore, che ha avuto successo negli anni Novanta.

Alcune delle opere qui elencate non presentano errori ortografici, né, almeno secondo il nostro parere, necessitano un editing “squartabudella”, insomma, vanno sostanzialmente bene. Altre dovrebbero essere risistemate, ma le abbiamo messe in lista lo stesso perché meritano attenzione, sono opere interessanti su cui varrebbe la pena lavorare.
Infine, la lista.
Ora, la parola agli utenti: siete d’accordo?
Chi ci è sfuggito?

Luca Rossi – “Energie della galassia
Raccolta di racconti fantasy e di fantascienza, pieni di spunti interessanti che avrebbero potuto dare corpo ad altrettanti romanzi. Se volete una lettura rapida e coinvolgente e prediligete una prosa semplice e chiara, allora questo titolo fa per voi. A me, personalmente, è piaciuto “Rewind” il primo racconto: storia di una piccola realtà imprenditoriale nell’era del 2.0 che cresce, alimentata da politica, burocrazia e dall’ego del suo fondatore, fino a degenerare. Comunque tutti i racconti sono piacevoli e si leggono fino in fondo. Ricorrente la figura della donna sexy e perfida che trama alle spalle, come avviene ne “Il regno di Turlis”. Unico difetto, alle volte le storie si chiudono troppo frettolosamente e forse ciascuna avrebbe richiesto più pazienza nell’essere narrata. Comunque un ebook da scaricare e leggere d’un fiato.

Rita Carla Francesca Monticelli – “Deserto rosso
Deserto Rosso è un ciclo di quattro romanzi che narra le vicende di una missione della Nasa approdata su Marte trent’anni dopo il primo tentativo – fallito – di colonizzazione. Il primo episodio si apre con Anna che esce dagli ambienti pressurizzati della base e si avventura tra le rocce e le ombre del pianeta decisa a lasciarsi morire, non appena la sua scorta d’ossigeno sarà terminata. Il romanzo procede a flashback. Il tempo presente della vicenda è interrotto da ricordi del passato che spiegano i motivi che hanno spinto i protagonisti a partire, nel caso di Anna più un desiderio di fuga che di conoscenza. La prosa è controllata. La storia fila su un doppio binario: l’esplorazione del pianeta rosso e quella del proprio Io. Il lettore compie insieme ad Anna i passi necessari verso la verità. Fantascienza bella, introspettiva, profonda. Il vero pianeta da esplorare, alla fine, siamo noi.

Riccardo Pietrani – “Il segreto dell’ultimo giorno
Vi piacciono i fantathriller? Dovrebbe piacervi allora il romanzo di Pietrani dove gli elementi chiave sono l’indagine, il complotto, i colpi di scena. Eventi che alla fine si incastreranno in un unico mosaico che vi porterà a ripensare non solo la vostra vita ma quella dell’intero universo. Tra “Dies Irae” (ma in chiave meno sperimentale) di Giuseppe Genna e “Il codice da Vinci” di Dan Brown, questo romanzo ha tutto ciò che si chiede a un prodotto (termine che non intendiamo assolutamente usare in senso spregiativo) di intrattenimento: citazioni, intreccio elaborato, ma che non s’ingarbuglia, azione e colpi di scena. Alle volte la scrittura è un po’ faticosa, il punto tarda a venire e il punto e virgola prende il suo posto, ma nel complesso un lavoro maturo e ben fatto.

Chiara Gamberetta – “Assault Fairies
Ultimamente il suo sito, Gamberi Fantasy, si aggiorna di rado, ma la Gamberetta rimane una delle blogger più acide, odiate/amate e divertenti della rete (memorabile il post “Il Manzoni scrive da cani“). Inconfondibile il suo tono da bambina impertinente che ritrovate in questo romanzo di genere ucronico, protagonista una fatina di nome Astrid che per pagare l’affitto di uno squallido appartamento lavora in un locale notturno. Siamo nella Londra di inizio Novecento. Uomini e fate convivono. L’ambientazione sa di retrofuturo: non c’è Internet, in compenso l’elettricità viene dall’etere. Tutto è ben descritto, l’ecosistema del romanzo è ben bilanciato. E forse questo eccessivo controllo su trama e ambientazione ne segna anche il limite.A volte la descrizione arriva là dove dovrebbe esserci evocazione.Ma il risultato finale è godibile e convincente.

Vera Q – 2017 A. D.
Questa autrice ha un indubbio pregio: possiede uno stile personale, inconfondibile, ama giocare con il linguaggio, ma alle volte scade nel virtuosismo letterario fine a se stesso, nell’autocompiacimento e nella ridondanza. Risultato: il suo talento è da preservare, ma il lavoro da rivedere. Nonostante ciò merita di essere letta. Il romanzo narra la storia di un gruppo di condomini che vivono in un futuro post apocalittico. C’è un senso de macabro che ricorda un po’ “Le due zittelle” di Tommaso Landolfi. Ognuno è descritto caratterialmente, nelle sue piccole miserie morali che lo portano a voler strumentalizzare gli altri per succedere nel suo piano meschino. La commedia, decisamente nera, mette in scena un umanità ributtante e saprofaga. Ripetiamo: la prosa ha bisogno di una cura dimagrante, ma la sostanza c’è.

Amabile Giusti – “Trent’anni e li dimostro
Libro divertente e ben scritto, che tratteggia un personaggio femminile vivace, pieno di grinta e simpatia. Si tratta di Carlotta una (quasi) trentenne che convive con Luca di cui è segretamente innamorata e da cui viene corrisposta con una franca (e crudele) amicizia: lui non si fa problemi a portarsi casa le avventure (magre, atletiche, giovanissime e stupidissime) di una notte. Tra mamme disinibite e sorelle troppo belle, Carlotta ci racconta le sue disavventure, senza perdere mai la speranza, né l’ironia. La trama, a volte, è un po’ prevedibile (Bridget Jones è il monumento delle single tra i 30 e i 40 anni e chi ne scrive finisce per subirne l’ombra), ma si lascia leggere complice una scrittura leggera e spedita.

Alex Girola – “I mecha di Napoleone III
Romanzo ambientato in un Ottocento ucronico, la vicenda mescola un contesto storico ben documentato a robot e alieni. Siamo nel 1871 in piena guerra franco-prussiana: i due schieramenti se le danno di santa ragione a colpi di robottoni (i titani di Napoleone III contro il Tarrasque dei germanici). A complicare le cose ci sono i Nekton alieni non proprio compiacenti. Lo stile è rapido e la canre al fuoco tanta. Ma più che carne, il romanzo gronda olio, metallo fuso, e fumi pestilenziali che si levano dai campi di battaglia. I lettori si crogiolano tra la ruggine, le scintille e lo zolfo di un inferno steampunk tra i migliori creati. La scenografia è indubbiamente il punto forte, forse i personaggi mancano un po’ di spessore ma è davvero poca cosa considerando il lavoro complessivo. Il romanzo, seguito de “I robot di La Marmora”, fa parte del ciclo “Risorgimento di tenebra”.

Antonio Fanelli – “Il mondo di Lulz
L’autore è un analista e programmatore di professione e questo dovrebbe rassicurarci circa la verosimiglianza della storia. Sì, perché il romanzo parla di un hacker che crea un finto sito di astrologia la cui funzione, in realtà, è quella di monitorare la vita di una ragazza, Giulia, e quanti le stanno intorno. Più che analizzarla, Lulz, avrà la sensazione di “programmarla”. La vicenda abbonda di tecnologia e mette in campo argomenti attuali come la privacy e la realtà virtuale, ma fortunatamente non in modo invasivo. La scrittura chiara e sintetica, intervallata da dialoghi spontanei, ci fa calare completamente nella storia. Quindi leggiamo parole come “Twitter”, “Lol” o “follower” senza avere la spiacevole sensazione di trovarci davanti a un autore che vuole fare il 2.0 a tutti i costi. Personalmente, mi sono stupito della rapidità con cui leggevo il romanzo (che non parla solo di tecnologia, ma anche di amore e cinismo), approssimandomi alla fine.

Michele Orti Manara – “Piccole cose con le zampe
Già il titolo è un’indicazione di come l’autore di questi racconti usa la penna – o la tastiera: come fosse un microscopio. Analizza al vetrino i suoi personaggi, ne studia gli atti e i moventi, in una concatenazione di causa-effetto che conduce a finali non sempre lieti. La lettura è come una graduale focalizzazione verso l’immagine esatta e l’esattezza sembra lo scopo dell’autore: non vuole commuovere, non vuole sorprendere, vuole essere esatto e la sua precisione nasconde qualcosa di morboso. Ok, i racconti sono quattro e veramente brevi, ma le parole sono scelte veramente con cura, una dopo l’altra, un lavoro da orafo che appaga la lettura. Per chi vuole qualcosa di diverso.

Deborah Ameri – “Dire sì è una cosa semplice
Famiglia, provincia e avversità della vita (separazione dei genitori, amori sbagliati): Emma è una ragazza i cui sogni si devono confrontare con la realtà di tutti i giorni. Nel suo caso, l’obiettivo è scrivere ed emanciparsi. E lo stesso libro, molto profondo e sincero, appare come l’ultima, necessaria istanza per una completa emancipazione che la protagonista ottiene, dopo aver superato non pochi ostacoli per ritrovarsi all’altare, il giorno del suo matrimonio, senza la sua famiglia. Memoir sentimentale e romanzo generazionale, una storia in cui molti lettori – soprattutto lettrici – si identificheranno facilmente.

 

Pubblicato su wired.it

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