Basilica di San Carpoforo a Como

In Italia siamo matti!  A a Como lo siamo anche di più!

Con la scusa di EXPO 2015, occasione unica per lanciare Como nell’olimpo delle citta turistiche, spendiamo centinaia di migliaia di euro per nuovi monumenti griffati o per far bello il lungolago e poi teniamo chiuso un capolavoro dell’arte romanica che mezzo mondo ci invidierebbe e che potremmo mostrare a costi quasi nulli.

La Basilica di San Carpoforo è già difficile da trovare perchè non è indicata nemmeno all’ultimo bivio ma non basta. I più caparbi,se riescono a scovarla, scopriranno che è aperta solo per qualche ora alla domenica. Un insulto all’intelligenza umana!

 

Nel V secolo il vescovo Felice fonda nella zona a ridosso della collina del Baradello la prima cattedrale della città, trasformando il tempio intitolato a Mercurio in una chiesa cristiana e dedicandola a Carpoforo.

Scavi archeologici condotti in loco a metà Ottocento hanno riportato alla luce un pavimento in opus sectile costituito da lastre triangolari e romboidali bianche e nere, alcune delle quali sono ora murate sulla parete sinistra della scala che scende alla cripta insieme a tre della decina di iscrizioni romane rinvenute negli scavi.
Con lo spostamento della cattedrale in un luogo più vicino alla città, la chiesa di San Carpoforo decadde fino a quando, nel 724 il re dei Longobardi Liutprando decise di ristrutturarla e ingrandirla.

Al 1040, data della consacrazione, quando si era già intervenuti una seconda volta sull’edificio, risalgono le parti che arrivano fino al coro e all’attiguo monastero affidato ai monaci benedettini, mentre abside e cripta sarebbero costruite in epoca successiva, reimpiegando anche reperti romani di provenienza funeraria e materiale di epoca medievale.
La chiesa si pensa fosse contraddistinta da un doppio transetto, di cui oggi se ne vede solo una parte.

La facciata non presenta ingressi siccome è addossata alla collina, i cui smottamenti l’hanno interrata per metà della sua grandezza, e un esame dell’interno della chiesa conferma inftti l’assenza di un portone d’entrata.

La torre slanciata risale al XII secolo, ed è costituita da un paramento murario in conci regolari di Sasso di Moltrasio, una pietra calcarea proveniente dalle cave del Lario.
Il campanile è caratterizzato da quattro specchiature delimitate da lesene angolari e cornici di archetti ciechi romanici; le aperture sono rappresentate da feritoie nei primi due livelli, monofore nel terzo e a colonnine nella cella campanaria.
L’edificio odierno è a tre navate e diviso in cinque campate irregolari ed è dominato da un ampio presbiterio sopraelevato, in cui si inserisce un semplice coro e l’ambone, databili alla seconda metà del XVI secolo, a cui si accede da una doppia scalinata. L’abside maggiore risulta costruita con una tecnica accuratissima, tramite l’alternanza di pietre bianche e nere che decorano l’ambiente.

Altro elemento caratteristico della chiesa è la presenza dell’abside minore, situata al termine della navatella settentrionale, non intuibile all’esterno perché ricavata nello spessore del muro; ugualmente invisibile all’esterno è il transetto, delimitato internamente dai due grandi arconi della navata centrale.
La cripta, sottostante il presbiterio e destinata nel medioevo ad essere chiesa invernale, è un ambiente ripartito in tre navatelle terminanti in absidiole ricavate in spessore di muro, con tre monofore e piccoli oculi rivolti a oriente; è coperto da volte a crociera con archi acuti sorretti da sei colonnine monolitiche di granito con capitelli scolpiti a fogliami.

Dietro al piccolo altare, rivestito in epoca barocca con marmi policromi, si trova l’urna che per secoli conservò le reliquie del Protovescovo Felice.

La Cappella Rinascimentale dell’Assunta è l’unico ambiente della chiesa in cui compaia una decorazione pittorica, è della seconda metà del ‘500, completamente affrescata con una “Madonna in trono fra angeli, San Gerolamo e un Vescovo”, rappresentati sullo sfondo prospettico di una città.

Altri affreschi coevi ritraggono “San Gerolamo Eremita” e, nelle lunette della volta, scene dell’”Annunciazione”, della “Visitazione” e della “Circoncisione”.
In fondo alla chiesa c’è un affresco settecentesco raffigurante il “Battesimo di Cristo”.

 

tratto da http://www.romanicomo.it/comocarpoforo.htm

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