Insegniamo ai bambini a fare da soli
Il secondo libriccino di Elisabetta Rossini e Elena Urso, se possibile, è ancora più bello del primo. Chiamarlo libriccino è un diminutivo che si riferisce solo al formato, ai bellissimi disegni (sempre di Elisabetta Rossini), alla grafica, ma non ai contenuti.
Di una profondità, di una densità davvero grandi. Il linguaggio è semplice, ma il contenuto è ricco, prezioso. Buon senso a 140 caratteri, dicono le autrici, ma è molto di più. Intanto il buon senso è un modo di essere, di sentire, di esprimersi, di agire purtroppo dimenticato. Oggi ci si muove, ci si comporta solo con formulette, disposizioni, addirittura leggi per ogni gesto e pensiero della vita. Movimenti ed espressioni artificiali dettati da qualche libro di sociologia comportamentale, manuale di psicologia spiccia, dimenticando esperienze proprie e di altri, genitori magari. Nel libriccino di Elisabetta e Elena si percepisce che si scrive perché si è sperimentato, si è vissuto. Da qui anche il linguaggio e la forma scelti per comunicare. Semplice perché maturo. Ma c’è di più. Non è un promemoria, come dicono loro, da tenere sempre a portata di mano solo per chi ha figli piccoli. A mio parere vale sempre, anche per genitori di adolescenti e di figli maggiorenni, soprattutto di quelli che vivono in casa fino ad età avanzata. Rapporti complicati, tra persone adulte, ma il rapporto è ancora genitori-figli. Anche per me i consigli delle due pedagogiste sono preziosissimi. Vedrò di seguirli, ma non sono sicuro di riuscirci.