Apocalypse Earth
“Apocalypse Earth”. Diciamo subito che il film è adatto solo per un pubblico adulto e provato dalle esperienze più tragiche della vita.
La regia e la cura degli effetti speciali sono stati realizzati senza dubbio alcuno a cura dei migliori allievi di Stanley Kubrick e Carlo Rambaldi.
La trama, peraltro complicatissima, inchioda (nel senso più letterale del verbo) lo spettatore alla poltrona poichè gli eventi si susseguono con un ritmo estremamente incalzante e serrato che lo lasciano completamente senza fiato minando il suo equilibrio psichico.
Un gruppo di umani si schianta con una navicella spaziale – diretta non si sa dove – su un pianeta sconosciuto con una esplosione devastante tipo Mururoa ma da cui ne escono tutti assolutamente illesi tranne il capitano, che riporta un forte trauma cranico. Incontrano (in ordine sparso) tre fuggitivi di Guantanamo prigionieri di uno zoo che non vedremo mai, una tribù albina di indigeni, cavallette gigantesche e lucertole preistoriche (che gli umani riescono ad uccidere con un coltellino svizzero), alieni che si muovono in trasparenza e infine una donna serpente tipo Cecilia Rodriguez arrivata direttamente dall’Isola Desnuda senza passare dal Via.
I veri protagonisti saranno comunque un Big Jim estremamente vanesio che costantemente si sparge la faccia di fango (merda?) e se la lava svariate volte come se fosse ad Abano Terme, ma che comunque come maschio fa molto sangue e ha il suo bel perchè tanto da arrivare a copulare (nel giro di mezzo pomeriggio) con la donna serpente così tanto spaventata all’inizio, poverina! Lo scienziato/capitano in tuta da meccanico, che dopo aver riportato il trauma cranico si rimette in sesto nel giro di poche ore forse perchè curato da una co-protagonista – la Dr.ssa Capironi – che per fortuna – siccome sta sul cazzo fin dall’inizio con quel suo fare da crocerossina frustrata – cade in un torrente, viene inghiottita dalla corrente e come su un taboga di Gardaland scompare giù dritta in una rovinosa cascata amazzonica e via che ce la siamo tolta dai coglioni. Altri personaggi prendono capocciate a man bassa: c’è chi ce la fa e chi muore, pazienza. Altri protagonisti degni di nota non solamente per la recitazione ma anche come rappresentanti di tutte le razze umane sono: 1) un uomo di colore di grande tempra che viene ucciso dall’entità trasparente anche se aveva avuto l’ingegno di realizzare degli archi con del bamboo: peccato per le frecce fatte con rametti di ciliegio storti che una mano divina manda però fino poco prima sempre a segno, 2) un nano – cattivello e nervosetto tipo il nano Trementino – che trascina con una mano una cellula antimateria grande come un boiler da 80 litri per far ripartire la navicella spaziale ma non ce la fa e muore anche lui sotto gli spari tipo taser ma in formato “extra large” che, per chi non lo sapesse, è l’acronimo di Thomas A. Swift’s Electronic Rifle. Insomma schiattano tutti tranne il Capitano ex-cerebroleso, il BigJim e la donna serpente. Un personaggio che merita una menzione a parte è il robot dalle fattezze umane, o per meglio dire dalle fattezze di un nerd leccaculo che salva svariate volte i suoi amici senza però risparmiare loro la presa per il culo finale di averli fatti partire per 900.000 anni per farli poi tornare nello stesso punto di partenza che loro peraltro non riconoscono più. Ma anche l’Uomo di Latta ha un cuore visto che confessa…
Come molti spettatori hanno fatto notare e segnalato il messaggio del film è totalmente e sicuramente impregnato di un messaggio ecologista e naturista dove le razze umane si incontrano per poi soggiacere inermi alla dura legge della selezione naturale.
Nel film si mischiamo forti momenti e intensi richiami da “2001 Odissea nello Spazio” ai famosi Power Ranger con tanto di mostri volanti passando attraverso “Laguna Blu” con la sua purezza d’intenti (che qui mica tanto riusciti perchè trombano che è un piacere anche sotto le bombe).
Il lungometraggio fa questo”escursus” dalla creazione della vita fino ad arrivare ai giorni nostri così inquinati, senza scopo e valori per lanciare un messaggio importante: salvare Madre Terra. Un’opera corale ma anche un cult movie maledetto: il regista – dopo l’anteprima al Festival di Cannes – è andato in overdose per un miscuglio di Moment scaduti ed è morto stecchito, la notizia ha ovviamente fatto il giro del mondo e provocato in sala una standing ovation con 25 minuti di applausi. Ognuno ha quel che si merita. E meno male…