Zombie Night

La Morandini dei poveri                                                          soncini_copy

 

“Zombie Night” NON è il titolo di una festa a tema in discoteca, come molti potrebbero ERRONEAMENTE pensare, bensì un film che merita un vero encomio nei confronti del regista per l’estrema originalità del soggetto: un’invasione di zombie. Di questi ultimi non sapremo mai dove e soprattutto perchè invadono una tranquilla cittadina della provincia americana.

Diversi sono i personaggi e le figure allegoriche che si presenteranno nello scorrere della pellicola, ma le principali che vengono fatte emergere sono in sostanza due famigliole americane classiche: la prima con padre madre con due figli e la seconda rappresentata dai vicini di villetta, madre padre e figlia unica con a carico la nonna “disturbata” e cieca che scopriremo subito falsa invalida (e qui la prima importante denuncia del regista verso la società e la disonestà) poichè quando avviene un black out nella casa è l’unica che si rende conto che è successo qualcosa…Morirà meritatamente incespicando in una lanterna accesa che tenta di prendere (???) e in oggetti-mobilia vari accatastati che ricordano tristemente “Case da Incubo” di RealTime, mentre la figlia la invoca tra mille singhiozzi con ripetuti “mamma, mamma, mamma svegliati!”, ma chi in realtà si dovrebbe svegliare è proprio la figlia (Daryl Hannah in persona tragicamente sul “Viale del Tramonto” che se avesse scelto un altro “Viale”… il suo cachet sarebbe stato forse sicuramente più alto…e noi più contenti). Una tovaglia ricamata al tombolo dalla stessa vecchia sarà comunque la sua degna sepoltura. La location in realtà potrebbe essere quella di Wisteria Lane sulla falsa riga di “Desperate Housewifes”, ma qui c’è ben poco di Housewifes mentre molto di Desperate, a partire dal regista per finire con lo spettatore. I makeup e gli effetti scenografici si sprecano in tutta la loro accuratezza, Salmoiraghi&Vigano in qualità di sponsor/producer ha fornito le lenti a contatto bianche per gli attori che interpretano gli zombie e che sono stati reclutati dopo un lungo casting al Gaetano Pini: alcuni hanno la cervicale, i più gravi scoliosi e altri ancora – numerosissimi – il colpo della strega e varie tipologie di artrosi deformante. Il loro cachet è stato pagato in cambio merce con una confezione famiglia di Voltaren Crema (del resto la loro interpretazione non merita altro). Un film verità. Così come i riferimenti alla Polizia: vedremo un solo poliziotto (o un poliziotto solo?) – perchè i rinforzi invocati da tutti gli abitanti non arriveranno mai… – e lui, preso dalla sua carica istituzionale e dal suo ruolo di difensore della giustizia cerca di salvare una bambina s-paesata (simpatica come un nervo del dente scoperto di notte e che non alimenta alcuna commozione nello spettatore) che si è persa ma – ohibò – verrà uccisa semplicemente perchè in una lotta corpo a corpo tra uno zombie e il policeman a quest’ultimo parte un SOLO colpo dalla pistola d’ordinanza e chi colpisce? La bimba indifesa che quindi, oltre essere odiosa, è pure sfigata, poverina! I riferimenti alla Polizia, all’uso delle armi, alla difesa del cittadino ma anche al caso Diaz non sono quindi certo casuali. Un altro aspetto importante che ha voluto approfondire il regista sul finire dell’intricata storia è tutta la psicologia e la sociologia che si evince dai rapporti intrafamiliari nei momenti più drammatici della vita: la madre del figlio maggiore che con la carotide completamente recisa cerca di tenerlo in vita stringendogliela tra indice e pollice e recitando NON un continuo fastidiosissimo singhiozzo (come molti spettatori sono stati tratti in inganno), bensì un mantra per benedire la sua anima e accompagnarlo verso la morte. Un mantra che si rivelerà del cazzo perchè il giovane si risveglia da zombie e “ciuccia” il sangue e le budella del padre mezzo morto come se stesse lanciandosi su una fetta di anguria fresca nel giorno più caldo di agosto. Povera illusa quindi la madre. Ma anche la fine tragica del padre ha un suo perchè: alla richiesta dei vicini (la famiglia della Deryl Hannah) in continua fuga da sti zombie (che sinceramente cominciano a sfrantecare gli zebedei) Lui, il CAPO FAMIGLIA, il PADRE PADRONE, peraltro polemico e rompicoglioni come uno sciame di mosche nell’orecchio mentre dormi, stoico e determinato non apre e non dà loro rifugio nonostante un acceso scambio di vedute con la moglie che invece lo scongiura di aiutarli (va menzionato un richiamo al famoso film “Gente Comune”). L’uomo soggiacerà alla furia del figlio-zombie come un monito sull’altruismo, sulle problematiche adolescenziali-giovanili e sui complicati rapporti genitori-figli. Un film che senza dubbio deve far riflettere e non gioire, mi raccomando, per la rovinosa fine del bastardo… Massacrati pressochè tutti, hanno la brillante idea di scendere nei sotterranei della cittadina (altra allegoria, questa volta Dantesca, sul posto in cui meritano di stare tutti, possibilmente anche il regista?) si salvano solamente la Deryl Hannah con marito e figlia perchè sta finalmente giungendo l’alba e come tutti sanno è solo in quel momento che gli zombie cessano la loro incessante e famelica caccia all’umano. Una reminiscenza religiosa si scoprirà nelle inquadrature finali della pellicola quando l’aurora sorge come fonte di nuova vita che evoca le parole di Gesù che disse “Beati gli ultimi (la famiglia che ha cercato invano rifugio) se i primi (il padre-vicino di casa infame che non li ha aiutati) sono onesti” e mentre attraversano allegri e sereni il cimitero che sembra più che altro un campo di battaglia del ’15-’18, all’unica domanda intelligente tra tutti i dialoghi del film della figlia ai genitori ovvero: “Cosa succederà stasera quando tornerà la notte?” il padre – profondo ma fatalista – replicherà con una saggia e confortante risposta come solo un bravo e attento genitore può dare: “Non lo so, ma adesso andiamo a casa che ti preparo i pancakes”. Il regista quindi ci lascia con questi numerosi interrogativi su cui riflettere ancora una volta, creando in noi un sentimento sì di sconforto ma pieno comunque di speranza. Va assolutamente ricordato che il meno conosciuto Michael Jackson tenterà in seguito di imitare o comunque trarre spunto da questo film epocale producendo un video clip e un brano musicale poco conosciuto intitolato “Thriller”, produzione di scarsissimo successo non avendo avuto a botteghino certamente la stessa fortuna del film. Ed è proprio questo fallimento che svela – forse una volta per tutte – il mistero sulla prematura morte di Jackson devastato dalla depressione e dall’invidia. Al cimitero Forest Lawn di Hollywood, dove ha voluto essere seppellito indebitandosi fino al collo nonostante essere caduto nel totale oblio, si narra di strani ululati e rumori percepiti di notte: che si rivolti FORSE continuamente nella tomba??? PERCHE’??? Non lo sapremo mai, aspettiamo solo di conoscere dove verrà un giorno sepolto invece il regista di “Zombie Night”, i molti pensano là, dal magico luogo dove ha tratto ispirazione per l’inizio del tragico epilogo della sua pellicola: un tombino di fogna.

 

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One comment

  • Gionata soncini

    Come sempre cara MDP è interessante approfondire alcuni temi della pellicola particolarmente significativi. Oltre all’evidente chiave di lettura allegorica di una κατàβασις (catabasi) omerica e dantesca al rovescio il film propone una denuncia sociale espressa come una sorta di manifesto del socialismo. Nel primo quarto d’ora l’eroe di tutti i giorni, preso alla sprovvista dai morti viventi, nel gabbiotto del cimitero si difende a colpi di CAZZUOLA, storico simbolo di lotta operaia, spappolando la labile mente conformista di uno zombie, che associato alla totalità del suo gruppo di non-morti idealizza e dipinge il conformismo e la violenza del sistema moderno. In un secondo tempo l’allegra combriccola si rifugia in una serra (distrutta poi da quel pirla di poliziotto che viene subito pappato con tanto di scarpetta, causando la morte di una donna di colore senza nessuna rilevanza per la trama) che sicuramente rivendica l’importanza del settore agricolo (dopo il martello operaio ecco la falce!). Infine un omaggio ai moti sessantottini: i due protagonisti come dei novelli Sartre/Beauvoir innalzano barricate con legname sfuso trovato qua e la che non si capisce da dove cazzo esca in una fogna resistono all’ondata nemica. Gli spunti sono tanti, gli sputi (sul televisore) sono il doppio.

    Ps
    Un dubbio mi attanaglia: la sciabola (?) trovata casualmente in una cassa da morto e grande mozzatrice di teste zombie richiama il risorgimento italiano e i garibaldini oppure sottointende “FARSI LE SPADE FA MALE”?

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