Tempesta di ghiaccio

La Morandini dei poveri                                                                soncini_copy

“Tempesta di Ghiaccio” Un film che trascina lo spettatore in un inenarrabile vortice “tempestoso” sì, ma di noia. Alcuni scienziati stanno sperimentando la creazione di nuvole attraverso 1999 droni chiamati seraf (non perdete tempo a cercare il vero significato di Seraf…sono angeli…sarà la prima metafora che ci viene illustrata quando un realistico David Craig si ghiaccia per strada come un popopolaretto nelle prime battute del film?). Tali droni dovrebbero provocare nuvole e quindi pioggia per – evidentemente – risolvere il problema della siccità, peccato che come al solito perdano il controllo di tutto e quindi faranno “eh…un bordello” . Sono accampati come dei boy-scout in due tende in un grande prato dell’Oregon che somiglia al campo Saini o all’Idroscalo. Sono tutti dei geni, ma non è ancor arrivato il genio dei geni, quello che chiameremo d’ora in poi Lui, il divino.
Il divino infatti, che fisicamente è un incrocio tra un Erri De Luca bastardo e un Dr. House senza ironia ma con un sarcasmo del cazzo, dopo una lunghissima carriera di scienziato, lascia per diventare scrittore. E’ tale la sua simpatia che molti spettatori pensano che invece di aver lasciato lui la professione lo abbiano mandato a cagare tutti, possibilmente anche a calci nel didietro.
Sta autografando uno dei suoi innumerevoli libri accompagnato dalla solita zoccoletta di turno, arriva anche lì un tornado e, lanciandosi per salvare la baby squillo pietrificata dalla visione e dal freddo, riesce a metterla in salvo anche quando un’automobile volante le si scaglia addosso provocandole solo alcuni graffietti.
Mentre la bella ingornita viene ricoverata per accertamenti il Divino raggiunge l’accampamento e da qui comincia, anzi prosegue, con questo suo simpatico fare da ultra saputo: battutine, considerazioni, lezioni di fisica nucleare da far impallidire Ernico Fermi e tutto il CERN, pone domande di cui solo lui sa le risposte per smerdare gli altri e avvalla ogni sua brillante idea rifacendosi ai volumi che ha scritto, il tutto con una smorfia della bocca in un sorrisetto mordace da prenderlo a badilate in testa organizzando un flash mob. Ma non fa niente, l’uomo serve e ce lo teniamo. Anche l’accampamento viene spazzato via dalla tempesta e il solito aiutante-ultima ruota del carro che pesa svestito 300 chili sale per trovare riparo su un Suv, ma nonostante la massa addizionata prende il volo come una piuma di un passerotto (razzismo o messaggio tipicamente americano contro l’obesità?); più avanti gli scienziati superstiti attraverseranno e andranno direttamente incontro a un nuovo tornado infilandocisi di netto con una manovra decisa dal Super Scienziato (che nel frattempo rimembra ancora un altro suo libro…ma cheppalle!) affrontandolo ad angolo retto: ne escono tutti illesi e pure la macchina sembra appena uscita da un autolavaggio di quelli che ti danno pure la cera sulla carrozzeria. Il fatto che il tornado sia stato affrontato a 90° gradi stimola nello spettatore ogni sorta di truce pensiero e vendetta di vario genere qui irripetibile, ma da condividere in pieno.
La fighetta- Breatney Spear esce dall’ospedale con solo 3 punti di sutura in fronte e tutti noi tiriamo un sospiro di sollievo, prende la macchina e siccome è tanto bella quanto sfigata incontra l’ennesimo tornado, si distrae dalla guida e hop! E vai, che si sfracella rovinosamente perdendo – finalmente – la vita e noi riacquistando speranze di vedere qualcosa di corposo nel proseguimento della trama, peraltro inesistente o quasi. Ci sono altri due pseudo-protagonisti: un reporter alle prime armi e un’assistente niente male, ridono, scherzano, ammiccano e un bel pernacchione di fronte a quello che sta succedendo: “La beata gioventù vien meno…” (G.Leopardi), ma anche l’ignoranza.
Invece In un quartier generale, la cui identificazione sembra un rebus stereoscopico (ma che evidentemente rappresenta anche una metafora di una situazione intricata e di difficile interpretazione), c’è il cattivo (probabilmente cocainomane) che vuole non distruggere i droni-seraf che provocano tutto ‘sto casino, ma utilizzare armi cui lo scopo alla sottoscritta personalmente rimane un mistero. Non importa. Nel finale il Divino Scienziato, sempre colto, arrogante e presuntuoso si scopre pure provolone: della serie “Morto un Papa se ne fa un Altro” dichiara la sua ammirazione all’unica donna del gruppo degli scienziati salvati dalla tendopoli con un lusinghiero ma altrettanto nauseante: “Te l’ho detto che sei bellissima?” e tutto ciò ovviamente nel momento assolutamente più critico di tutta la faccenda. Un uomo di merda: ha perso la compagna 1 ora prima e tenta già di rimpiazzarla, avrà un gran cervello ma a romanticismo siamo a livello di Uomini&Donne… Lei ammicca, lui ammicca, sappiamo già come andrà a finire, ma sapessero a noi quanto ce ne sbatte il belino?!?! Al di là di tutto però una bella “danza della pioggia”, fatta secondo tutti i sacri crismi sarebbe stata più propiziatoria, non avrebbe fatto male a nessuno, decisamente economica e sicuramente più divertente!
E’ proprio vero: “Si chiude una porta e si apre un portone”, di immense cagate però….

 

NDR

Tempesta di ghiaccio è un film del 1997 diretto da Ang Lee, tratto dall’omonimo romanzo di Rick Moody. Presentato in concorso al 50º Festival di Cannes, ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura

Interpreti e personaggi

  • Kevin Kline: Ben Hood
  • Joan Allen: Elena Hood
  • Sigourney Weaver: Janey Carver
  • Christina Ricci: Wendy Hood
  • Elijah Wood: Mikey Carver
  • Henry Czerny: George Clair
  • Tobey Maguire: Paul Hood

 

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