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Alessandro Magno e i prescelti venuti dal futuro – di Davide Fresi
Nel 2065 d.C. due eroici statunitensi, accuratamente prescelti, si rendono protagonisti del primo viaggio nel tempo della storia. Essi vengono catapultati nella Grecia del IV secolo a.C.
L’idea della storia raccontata trae origine dalla suggestione che ha spesso avvinto coloro i quali si sono applicati nello studio dell’Età classica e in particolare delle gesta di Alessandro il Grande: quali sarebbero stati gli sviluppi degli avvenimenti se il sovrano macedone non fosse morto nel fiore della sua giovinezza a Babilonia e avesse conquistato anche Roma? Quali implicazioni storiche avrebbe comportato l’irrompere anche in Occidente del figlio di Filippo?
Oltre al fascino che questo capitolo della storia racchiude, ho voluto approfondire l’impatto che, in virtù delle loro conoscenze scientifiche, due in fondo semplici individui, originari della seconda metà del XXI secolo d.C. e rappresentanti pertanto di una civiltà ancora più evoluta della nostra, avrebbero avuto la capacità di imprimere sul corso delle vicende umane. E se Alessandro avesse potuto attingere a delle nozioni scientifiche fatte proprie dall’umanità solo nel XX secolo d.C., quali sarebbero state le conseguenze di ciò sulla naturale evoluzione della storia?
Per rendere praticabile l’esplorazione di simili sentieri ho dovuto presupporre la disponibilità da parte dei nostri prossimi discendenti di una macchina del tempo che rendesse attuabile un viaggio temporale. Tuttavia, al di là di questa evidente forzatura sulle reali capacità tecnologiche a nostra disposizione oggi e nel futuro, nello sviluppo dell’intreccio ho voluto rendere credibili le vicende raccontate anche nei piccoli particolari legati alla vita quotidiana e alla mentalità del tempo. Tutto ciò che contorna la trama è storicamente attendibile essendo in linea con le scoperte archeologiche e le fonti storiche. Spesso ho fatto riferimento a passi di opere di autori greci e latini per far rivivere il pensiero e il costume di quella civiltà classica con cui ho cercato di far familiarizzare il lettore. E naturalmente ho attribuito al personaggio di Aristotele il pensiero che gli è proprio.
Nell’elaborare le premesse del racconto circa lo sviluppo storico che attende l’umanità nei prossimi decenni, con una evidente licenza sulla ricostruzione degli eventi futuri, ho poi voluto dare per acquisito l’avveramento di millenarie profezie bibliche, offrendomi ciò la possibilità di dare una profonda impronta etica al racconto.
La prima parte degli avvenimenti presentati ai lettori ricalcano fedelmente i discorsi, le gesta, le battaglie, le imprese, le disavventure attribuite dagli storici ad Alessandro il Macedone, con la sovrapposizione però degli interventi operati in quel contesto dai due personaggi proiettati mirabilmente nel IV secolo a.C. Tuttavia Patrick e James, il medico e il marine inviati indietro nel tempo, ad un certo punto del racconto agiscono in maniera tale da cambiare indelebilmente il volto della storia da come senza il loro intervento si sarebbe sviluppato.
Per creare una trama che si sposasse con i propositi di intreccio che avevo in mente, ho dovuto stravolgere la figura storica del generale Parmenione, presentandolo sotto una luce che storicamente non gli era certo propria. Ma, a parte questa elaborazione arbitraria, i vari passaggi del racconto si presentano come verosimili e s’incastonano con le testimonianze storiche. Quando il re dei Macedoni scopre la reale identità dei prescelti si abbandona totalmente al vagheggiamento di una gloria terrena ancora più universale di quella che aveva fino ad allora assaporato…