Quel genio di Pino

Lo scaffale di Nonno Santi

 

Il diluvio universale Acqua passata, Pino Caruso, Edizioni Novecento, Palermo, 266 pagine (disponibile in Rete, 11,05 euro)

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“Pino Caruso, tra ammicchi felpati e improvvisi guizzi d’intelligenza, distilla il suo io più vero, ossia un’ulteriore maschera teatrale: quella dello scrittore che si compiace di paradossi, veloci calembours intrisi d’irridente e aerea follia”. Aulico linguaggio, dedicato allo scrittore, attore, doppiatore siciliano (è nato a Palermo il 12 ottobre 1934, “a mia insaputa” ebbe modo di dire tanti anni fa, molto prima che l’espressione diventasse, per ben altre ragioni, un tormentone): lo ha stilato Indro Montanelli. Si può sottoscrivere, con una correzione: i suoi guizzi d’intelligenza non sono “improvvisi”, ma costanti. Non refoli, ma venti incessanti. Questa sua raccolta di articoli, racconti, raccontini, testi teatrali, appunti, aforismi, ha il dono di ricordare quanto sia giusta un’antica definizione di genio: “Dicesi genio colui che ispira le idee dei cretini di vent’anni dopo”. Valga il vero. Caruso (a pag 177 del volume) scriveva (nel 1993!): “Il politico mediocre non cerca di passare alla storia. Si accontenta di passare alla cassa”. Capisco che spendere una riga per elogiare un libro intero può suscitare diffidenza, ma vi prego di credermi sulla fiducia. Nessuna pagina vi deluderà. Oltre a riflessioni come “Nonostante la tv, la scrittura rimane la più sorprendente invenzione dell’uomo: se va via la luce il libro non si spegne”. Caruso sa scandagliare l’umanità in ogni sfaccettatura. Non a caso ricorda di essere stato un bambino precoce: “Della vita non capii nulla subito. Un vero genio, se si considera che altri, per ottenere lo stesso risultato, hanno dovuto studiare”.

 

 

 

 

 

 

Quel genio di Pino

 

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