A Dracula piace la buona tavola

draculaLo scaffale di Nonno Santi

 

PRIMA DI DRACULA,Tommaso Braccini, Il Mulino, Bologna. 272 pagine 18 euro

 

Fra tutti i protagonisti delle fantasie horror, il conte Dracula è l’unico sex symbol. Il suo repertorio è limitato: soltanto un morso, però irresistibile. Questo gli assicura, più che alla Creatura di Frankenstein o a Godzilla, un consenso che si rinnova generazione dopo generazione. E costringe i suoi agiografi a trovare sempre nuovi motivi di interesse. Il più recente, nel 2014, è la rievocazione delle sue origini, nel film Dracula Untold, protagonista Luke Evans, attore gallese che introduce, per la figura del vampiro, una novità: è molto bello, fichissimo, come si usa dire (dote che non si può attribuire a nessuno dei suoi predecessori, da Bela Lugosi a Christopher Lee, da Gary Oldman a Klaus Kinski). Dovendo farsi una cultura sul fiorire della leggenda, si può accompagnare la visione del film con la lettura di questo saggio di Tommaso Braccini, dottore di ricerca in Antropologia del Mondo Antico. Il titolo accademico non riverbera sulla narrazione, che ha per sottotitolo “Archeologia del vampiro” e che, in perfetta sintonia con il personaggio in argomento, ha la stessa virtù: è avvincente, non annoia mai. In dieci capitoli, densi come giornate d’un Decameron a globuli rossi, il vampiro si mostra in tutte le versioni, dall’antichità classica al medievale folklore del vrykolakas, sorta di ogm del “revenant” (colui che ritorna): più che il sangue apprezza la buona tavola, compreso il vino d’annata. In ogni caso, una conferma: il conte Dracula, come ogni vero seduttore, è un bon vivant.

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