Il cinema al tempo di twitter
Lo scaffale di Nonno Santi
Cinema fabbrica di sogni di Arturo Lanocita, Carlo Signorelli Milano, 136 pagine + 64 tavole fotografiche, 650 lire.
Avete letto bene: 650 lire. Lanocita (1904-1983) era critico cinematografico del Corriere della Sera e pubblicò il saggio nel 1950. Il suo prezzo attuale è trattabile su ebay, variando dai 25 euro a più di 100, per la prima edizione in buone condizioni. E’ nei miei scaffali da quando studiavo alle medie (regalo della professoressa Margherita Cajola al più cinemaniaco dei suoi studenti), m’ha fatto venire in mente di ricercarlo un articolo di Maria Pia Fusco sul Venerdì di Repubblica, intitolato “La fabbrica dei sogni” e dedicato al Centro Sperimentale di Cinematografia che nel 2015 compie 80 anni. Il libro di Lanocita si applicava invece a presentare la storia di tutto il cinema (e molta tecnica) all’infanzia, il suo sottotitolo è: Ragazzi, ecco la storia del film… Usciva in una collana divulgativa, che si presentava così: “I ragazzi d’oggi non sono peggiori di quelli di ieri, come certi pedanti moralisti vorrebbero. Sono ragazzi che vanno al cinematografo e leggono gli albi a fumetti, che si interessano di macchine e di motori e amano lo sport. Detestano le cose noiose e fuori della scuola non desiderano cose che ricordino loro la scuola”. Questa storia del cinema è rimasta eternamente “non noiosa”, anche se sulle cose che racconta si è deposta la polvere del tempo. Lanocita aderiva perfettamente al progetto editoriale di educare senza parere. E nella prefazione era preciso: “Del cinema, in questo libro, si racconta la vita soltanto a uso dei ragazzi. Si fa menzione dell’essenziale e ci si sofferma sui film e sui loro artefici quando abbiano un particolare interesse per i giovanissimi. E’ un rapido racconto, quasi una fiaba, la fiaba di uno dei più affascinanti prodigi del nostro tempo”. La sua forza sta proprio in questo: aver colto la magia del cinema come intrattenimento, qualunque sia il suo destino tecnico e commerciale. I tempi dello schermo come grande lenzuolo bianco non torneranno mai più ma le immagini in movimento non smetteranno mai di affascinare. Saperne di più sulla celluloide, al tempo di twitter, non fa male (soprattutto se lo strumento è agile come questo libro: poco più di 100 pagine illustratissime): abbiamo visto, a Miss Italia, che i ragazzi d’oggi hanno bisogno di schiarirsi le idee anche su un passato ancora caldo.