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Le ‘casote’ di Civate

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Le ‘Casote’ che si incontrano sul percorso che da Civate porta alla basilica di San Pietro al Monte sono un esempio di architettura rurale del passato funzionale alla vita agricola del passato. Erano utilizzate come ricovero per la notte durante il periodo di fienagione, come rifugio in caso di maltempo e come ripostiglio di attrezzi agricoli.

Hanno forma circolare di un paio di metri di diametro, i muri sono di pietra e sono ricoperte da erba che ripara e consolida. Si ritiene siano state costruite nel XVIII e XIX secolo.

 

 

 

 

 

Chiesa di San Martino a Nesso

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La chiesa di San Martino è difficile da trovare e impegnativa da raggiungere ma ne vale la pena!

Nesso è un piccolo borgo lacustre che si sviluppa lungo la scarpata tra il lago e la strada che conduce da Como a Bellagio. E’ una ‘zona pedonale’ naturale. Impossibile usare mezzi con le ruote perchè l’unica strada, che inizia con un sottopasso della ss 583 non facile da trovare, scende per qualche centinaio di metri e non so quanti gradini . E non semplici gradini ma quei maledetti gradini più lunghi di un passo e più corti di due.

Basilica di San Carpoforo a Como

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In Italia siamo matti!  E a Como lo siamo anche di più!

Con la scusa di EXPO 2015, occasione unica per lanciare Como nell’olimpo delle citta turistiche, spendiamo centinaia di migliaia di euro per nuovi monumenti griffati o per far bello il lungolago e poi teniamo chiuso un capolavoro dell’arte romanica che mezzo mondo ci invidierebbe e che potremmo mostrare a costi quasi nulli.

La Basilica di San Carpoforo è già difficile da trovare perchè non è indicata nemmeno all’ultimo bivio ma non basta. I più caparbi,se riescono a scovarla, scopriranno che è aperta solo per qualche ora alla domenica. Un insulto all’intelligenza umana!

Chiesa di Sant’Alessandro a Lasnigo

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Oggi, abbandonando la frenesia quotidiana, mi sono ritagliato due ore per una breve gita alla scoperta della chiesa di Lasnigo. Ci ero passato davanti centinaia di volte ma non mi ero mai fermato a guardarla e voglio rimediare all’errore.

Basta una telefonata per convincere Giancarlo a farmi compagnia e, dopo un’ora, partiamo in moto per Lasnigo.

La chiesa, che si erge in cima a una collina, si staglia contro il cielo azzurro ma è chiusa. E’ molto bella e ben curata. Una scalinata contornata da cappelle della  ‘via crucis’ porta alla piccola chiesa e all’alto campanile con cinque ordini di finestre………..

Il falso è vero

fra arte e rivoluzione

Lo scaffale di Nonno Santi

Fra arte e rivoluzione, Letizia Argenteri e Tina Modotti, editore Franco Angeli, Milano 2005, 320 pagine, 40 fotografie, 31,50 euro

 

Studio ponderoso, fittissimo di note, con bibliografia sterminata e curatissimo indice analitico, la ricerca della professoressa Argenteri affida la sua originalità al tentativo di “separare il mito dalla realtà” a proposito della leggendaria figura di Assunta Adelaide Luigia “Tina” Modotti (1896-1942). Informatissimo e accademico, soavemente noioso. L’ho ripreso dallo scaffale, spinto, per così dire, da una catena di libere associazioni. Ho subito pensato a Tina, leggendo

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