Oriana Fallaci
Spirito ribelle ma coerente, già nel 1968 denunciava «i vandalismi degli studenti borghesi che osano invocare Che Guevara e poi vivono in case con l’aria condizionata, che a scuola ci vanno col fuoristrada di papà e che al night club vanno con la camicia di seta».
Nasce a Firenze il 29 giugno 1929 prima di quattro sorelle. A 13 anni partecipa alla resistenza nel con il nome di battaglia di Emilia. Fa la vedetta e trasporta munizioni attraverso l’Arno in secca.
Finito il liceo classico si iscrive a medicina ma abbandona ben presto per dedicarsi al giornalismo. Inizia al Mattino dell’Italia centrale, si occupa di nera ma viene licenziata perché si rifiuta di scrivere un articolo contro Palmiro Togliatti. Va a Milano. Lavora a Epoca diretto da suo zio Bruno poi passa a L’Europeo. Si occupa di costume e nel 1956 viene mandata a New York. Scrive di divi e mondanità e prepara il suo primo libro, “I sette peccati di Hollywood”.
Di ritorno da Hollywood inizia una relazione con Alfredo Pieroni e nella primavera del 1958 è incinta ma, a Parigi, ha un aborto spontaneo e rischia la vita. Nel 75 scriverà ‘Lettera a un bambino mai nato‘ che venderà quattro milioni e mezzo di copie in tutto il mondo.
Il 28 giugno 58 incontra per l’ultima volta Alfredo a Londra e, in piena depressione, tenta il suicidio ingerendo sonniferi.
Nel 1961 il primo vero successo editoriale, “Il sesso inutile”, un reportage sulla condizione della donna in Oriente.
Il successo le apre molte porte. Nel 65 incontra lo scienziato tedesco Wernher von Braun, padre dei missili nazisti V2 a cui faranno seguito re Husayn di Giordania, Giáp, Makarios, Panagulis,Cao Kỳ, Arafat, Mohammad Reza Pahlavi, Hailé Selassié, Henry Kissinger, Indira Gandhi, Golda Meir, Văn Thiệu, Ali Bhutto, Deng Xiaoping, Willy Brandt, Mu’ammar Gheddafi, Lech Walesa e l’ayatollah Khomeini
Per intervistare Khomeini è costretta ad un matrimonio temporaneo sciita (annullabile immediatamente dal marito) e, per un errore, si trova “sposata” con Khomeini. Durante l’intervista lo apostrofa come «tiranno» e si toglie il chador che era stata costretta ad indossare per essere ammessa alla sua presenza.
Nel 1967 è corrispondente di guerra in Vietnam. Poi lo sarà inIndia, Pakistan, Sud America e Medio Oriente.
Il 2 ottobre 1968 rimane ferita da una raffica di mitra durante una manifestazione di protesta degli studenti universitari a Città del Messico. E’ creduta morta e portata in obitorio e solo li un prete si accorge che è ancora viva.
Nel 1973 aspetta all’uscita dal carcere Alexandros Panagulis, leader dell’opposizione greca al regime dei Colonnelli, lo intervista e ne diventa la compagna di vita fino alla morte di lui, avvenuta in un misterioso incidente stradale nel 1976.
Si isola in un villino di New York. Scrive ‘Insciallah’,che sarà pubblicato nel ’90, e scopre di avere un cancro ai polmoni. Ha sempre fumato molto ma è convinta che la colpa sia del fumo dei pozzi di petrolio incendiati durante la guerra del golfo.
Denuncia la decadenza della civiltà occidentale che, minacciata dal fondamentalismo islamico, ritiene incapace di difendersi. Per questo verrà relegata nel ghetto politico degli anti-islamici e nel 2002 viene citata in giudizio in Svizzera dal Centro Islamico per il contenuto ritenuto razzista de ‘La rabbia e l’orgoglio‘.
Muore nella sua Firenze il 15 settembre 2006 a 77 anni.