Edgar Allan Poe
“Empi il bicchier ch’è vuoto, vuota il bicchier ch’è pieno, non lo lasciar mai vuoto, non lo lasciar mai pieno.”
“Divenni pazzo con lunghi intervalli di orribile sanità mentale.”
E’ un pazzo ubriacone? Forse, ma è Edgar Allan Poe.
Secondo di tre fratelli nasce Boston il 19 gennaio 1809. Non ha ancora due anni quando muoiono di tisi entrambi i genitori e viene adottato da John Allan, un ricco mercante di Richmond. A 7 anni è a Londra dove frequenta le migliori scuole. Adora già le rime e lo chiamano Jingle-man.
A 11 anni torna in America e frequenta l’Accademia di Richmond dove si innamora perdutamente di Elena Stannard, madre di un suo compagno di studi. Nel 1825, non ancora sedicenne, subisce l’espulsione dall’Accademia e la morte di Elena. E’ sconvolto. Anche se ha paura del buio passa le notti a piangere sulla sua tomba finchè incontra Sarah Elmira Royster. Si amano con passione ma il loro matrimonio è ostacolato dal padre della fanciulla e di nuovo gli si sconvolge l’animo.
Frequenta l’Università della Virginia, gioca e si indebita. Il padre non gli copre i debiti e lui lo abbandona e scappa a Boston dove, non ancora diciottenne, pubblica a proprie spese, con lo pseudonimo di Henri Le Rennet, il suo primo libro di poesie ‘Tamerlano e altre poesie’.
Entra a West Point (con il nome di Edgar A. Perry) e raggiunge il grado di sergente maggiore ma dopo due anni si fa deliberatamente espellere.
Nel 1834 il padre adottivo lo disereda costringendolo a guadagnarsi da vivere. Scrive a Baltimora, Richmond, New York e Filadelfia e nello stesso anno sposa sua cugina Virginia che ha solo 13 anni.
Trentenne, assapora il successo. Scrittore di grande inventiva, anticipa generi letterari quali il racconto poliziesco, la fantascienza, la letteratura dell’orrore e il giallo psicologico ma il successo svanirà presto facendolo cadere in miseria. Comincia a bere e vive di eccessi. Affascinato dal mesmerismo scrive una novella, Rivelazione mesmerica, in cui un soggetto mesmerizzato in punto di morte descrive la vita nell’aldilà.
Nel 1846 Virginia muore di tbc e Edgar, trentottenne, viene travolto dal dolore. Passa un anno e lo ritroviamo a Baltimora dove si fidanza con una vecchia fiamma, Elmira Royster, che lo convince a smettere di bere ma, nello stesso anno e poco prima delle nozze, lo trovano di notte in pieno delirio mentre girovaga per le strade indossando abiti non suoi. Lo portano in ospedale dove muore quattro giorni dopo senza spiegare cosa gli fosse successo. Non sapremo mai se è stata epilessia, sifilide, rabbia, delirium tremens, meningite o colera.