Jack London
Non sempre un figlio illegittimo, che cresce frequentando ladri e contrabbandieri, finisce i suoi giorni in galera. John Griffith Chaney London , per tutti Jack, nasce San Francisco il 12 gennaio 1876. La madre, Flora Wellman, è figlia di un ricco inventore. Il padre, William Henry Chaney, è un astrologo ambulante irlandese che si disinteresserà di lui anche perché otto mesi dopo la sua nascita la madre si risposa con John London, contadino vedovo con due figli.
A 13 anni, finita la scuola elementare, inizia con lavori saltuari e cattive frequentazioni ma riesce anche a frequentare la Oakland High School. Partecipa alla redazione del giornale scolastico, si avvicina al socialismo e partecipa ad una marcia di disoccupati su Washington per chiedere al Presidente il finanziamento di programmi di lavori pubblici contro la povertà e la mancanza di lavoro. Molla la scuola, si dà al vagabondaggio per gli States e tiene un diario che, anni dopo, diventerà il romanzo itinerante The Road, cui si ispirerà anche Jack Kerouac.
Nel 1896, riesce ad entrare all’Università della California ma la abbandona dopo un solo anno per problemi finanziari. Non lo sa ma è la sua fortuna. Il 25 luglio 1897, ventunenne, parte con un amico per unirsi alla corsa all’oro del Klondike. In un anno riesce a mettere insieme solo un misero sacchetto d’oro che gli frutterà pochi dollari ma ha in testa il libro che lo renderà famoso: Il richiamo della foresta e comincia a scrivere. Scrive tantissimo ma riesce a far pubblicare solo una minima parte dei suoi numerosi scritti. In tutta la sua carriera letteraria scriverà oltre 50 volumi. Scrive molti libri di fantascienza in netto anticipo sui tempi e in numerosi scritti ricorre il tema del ‘giorno dopo’, che descrive un’umanità ritornata ai primordi o in procinto di farlo e prospetta anticipazioni dell’ancora inesistente ‘guerra batteriologica’
Ormai è famoso. Nel 1903 scrive “The Call of the Wild” che sarà pubblicato in 6.500.000 copie ma gli frutta una somma irrisoria, diritti compresi.
Nel 1904, non ancora trentenne, salpa per la Corea, dove seguirà come corrispondente la Guerra russo-giapponese. Al ritorno decide di farsi costruire uno yacht per effettuare, in sette anni, il giro del mondo, ma non lo farà mai. Fra il 1907 e il 1909 viaggia e soggiorna nei Mari del Sud e in Australia e nel frattempo dà alle stampe “The Iron Heel” (“Il tallone di ferro”), romanzo fantapolitico che immagina la presa del potere, negli Stati Uniti, da parte di una ristretta oligarchia dittatoriale, con situazioni che sembrano precorrere le nascita dei regimi fascisti europei.
Nel 1910 può permettersi di acquistare il Beauty Ranch, a Glen Ellen, Sonoma County, California, ma se lo gode per poco perché soffre di forti dolori fisici (i segni della dermatite da mercurio che compaiono su una sua fotografia fanno pensare ad una cura della siffilide) e nel 1916, a soli 40 anni, muore per un’overdose di antidolorifici (forse involontaria o forse no)